La ricciola imolese (con l’accento sulla prima “i”) è una “focaccina”, se così si può chiamare, di pasta sfoglia e dalla forma rotonda di una “girella”, condita in superficie da sale e rosmarino. La si può trovare pressoché in tutti i bar del circondario ed è quindi, per gli imolesi, una consuetudine fare colazione con una ricciola. Ma questa consuetudine è in realtà molto circoscritta, infatti questo particolare prodotto da forno si trova solo nella città di origine del suo ideatore.
L’idea della ricciola viene infatti attribuita a un giovane imolese degli anni Cinquanta, Angelo Ricci, che ebbe però l’idea mentre lavorava in “trasferta” in riviera romagnola durante la stagione estiva. Tornato a Imola, rilevò il locale adiacente ai Giardini Pubblici rendendolo bar e laboratorio artigianale, dove perfezionò la ricetta della ricciola diventando così un punto di riferimento per la città.
Ma quali sono le particolarità di questa ricciola? La
“brioche salata” in questione è una golosa via di mezzo tra il pane e il
croissant, è realizzata con una pasta sfoglia classica ma arricchita con burro,
sale e rosmarino. La ricetta originale della famiglia Ricci è stata custodita e
passata ai figli che hanno però preso diverse strade professionali, lasciando
agli altri panettieri la curiosità e la sfida di replicare la vera ricciola.
Come trovare la ricciola più fedele all’originale?
Innanzitutto, provandone il più possibile: le ricciole sono infatti
diffusissime tra tutti i bar e panetterie di Imola.