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Anche Imola sperimentò vantaggiosamente il cosiddetto fenomeno dei "mastri comacini", architetti e capomastri provenienti dal Ticinese i quali - spesso imparentati fra loro - erano in grado di offrire squadre affiatate ed esperte, scambiandosi tecniche e committenze: nel 1704 Imola offrì a Domenico Trifogli l'importante lavoro di ristrutturazione della cripta della cattedrale.
Da quel momento fino alla metà del secolo, egli lavorò intensamente in città, realizzando importanti opere civili e religiose: il palazzetto dei Conti Codronchi in prossimità della Rocca, il rifacimento della chiesa e del monastero del Carmine, Palazzo Tozzoni ed il monastero delle Clarisse sull'attuale via Cavour.
Alla sua scuola si formò il nipote Domenico Morelli, padre di Cosimo, architetto quest'ultimo tra i più prolifici dello Stato Pontificio nella seconda metà del '700, grazie alle relazioni con la curia romana e alla capacità di interpretare in maniera rigorosa il gusto estetico dell'epoca.
Inoltre egli era in grado di offrire ai committenti prestazioni economicamente vantaggiose, potendo giovarsi dell'opera di un fidato gruppo di artigiani alle sue dipendenze e delle preziose collaborazioni dei pittori Alessandro Dalla Nave, Antonio Villa e Angelo Gottarelli.
Fra le opere di Cosimo Morelli citiamo il completamento dei lavori per il rifacimento del Palazzo Comunale, il nuovo Ospedale fuori dalle mura cittadine e la trasformazione in stile neoclassico della chiesa di S.Maria in Regola.